Informazioni su Roberto Stradiotti

studi classici, bonsaista della domenica

Movimento Cinque Selle

Il mio cavallo preferito si chiama Furia e se ti vedesse ti saluterebbe impennando. Io mi chiamo J.R., come quello di Dallas, perché di nome faccio Jeremiah, con la h finale come Samantah, e di cognome Raglia. Ho provato a farmi cambiare il cognome all’ufficio anagrafe, è una trafila infinita. Questo cognome è una coltellata al cuore. Ho chiesto come cognome Galoppo, ma poi continuerei a chiamarmi J.R. Voglio che sulla lapide ci sia scritto Galoppo e che non ci siano fiori a coprirlo nemmeno di striscio. Lo voglio in bella vista, perché dedico la vita ai cavalli e spero che il paradiso sia una prateria, ma senza ufficio anagrafe.

Ho un campo bello largo e una scuderia di cinque cavalli che non hanno mai fatto il ballo dell’orso, perché lì da me non c’è mai modo di annoiarsi. La parola d’ordine è: movimento! Questo chiedo a te, che sei uno scrittore ombra: che mi scrivi un volantino, mettendo in risalto sia la parola movimento che la mia scuderia, che si chiama Cinque Selle.

Uno arriva lì con la macchina e può parcheggiare tranquillamente, anche con il vestito della domenica, perché ho cinque spogliatoi, con il nome dei miei cavalli: Furia, Furioso, Furibondo, Furente e Fannullone. Nomi che rispecchiano appieno i loro caratteri. Per esempio Fannullone se non ha voglia non esce nemmeno dal recinto, neanche sotto minaccia, nemmeno sotto percosse, cosa che tra l’altro non farei mai. E lui lo sa bene, è furbo e se dice no è no. Punto e basta. Bisogna che sole e temperatura siano come dice lui.

 

horse-423010_640

 

Dunque, l’equitazione è uno sport divertente e poi si può parlare con i cavalli, loro ti capiscono benissimo. Sono molto intelligenti, Furente mi aiuta con la contabilità, per fare un esempio.

Primo, qui non ci sono castroni. Secondo, do a tutti il trinciato durante la settimana, ma alla domenica li porto al ristorante Crazy Horse, dove abbiamo una sala riservata e diciamo che alla domenica molti vengono al ristorante anche solo per vedere i miei cavalli. A Furibondo, per tenderlo buono, devo sempre promettere una torta alla vaniglia. I bambini si divertono molto e questa per me è pubblicità, perché poi mi cercano, vengono al maneggio.

Cavalcare le mie cinque selle tonifica muscoli e cuore e poi i bambini con i cavalli ci sanno fare e dopo qualche tempo si parlano, non so in che modo, ma si capiscono. Il piccolo Armando con Furia si scompiscia dalle risate e non ho ancora capito il motivo, ma ti dirò che un po’ sono geloso.

I miei cavalli li faccio lavorare massimo tre ore al giorno, escluso Fannullone, naturalmente, però è su di lui che spesso ricade la scelta, forse perché gli manca un pezzo d’orecchio e fa tenerezza, però è un appaloosa e fra i cinque è il cavallo più bello.

Il maneggio è un pezzo di paradiso, con gli abeti e i sentieri nel bosco. Puoi fare la colazione al sacco, arrampicarti fino a duemila metri e una volta su non hai più voglia di scendere. E le cose che ci sono a valle non solo sono piccole, ma sembrano insignificanti. Vorrei che tu nel volantino mettessi in risalto questa cosa, che il mondo è solo un fondale e che la vera vita è lì fra i miei cavalli, in sella, nel silenzio. Il Movimento Cinque Selle è esattamente quello che uno si aspetta dalla vita, anche se non lo sa.

L’autista dei vip

Ciao Robialquadrato,

ti chiedo una pagina di presentazione. Chi sono e cosa faccio, perché devo cercare mercato anche nei non vip.

Mi chiamo Anselmo, ho trentacinque anni e offro il mio servizio di autista anche ai non vip, che però devono pur sempre pagare un prezzo da vip, al limite scontato del dieci per cento.

Non ci sono più i vip di una volta; uno, un attore molto famoso, per la tratta Milano Catanzaro mi ha regalato una casa al mare, che anche se non è vista mare è comunque una casa. Ora i vip ti chiedono anche il resto, i tempi sono cambiati. Ti telefonano alle cinque del mattino e pretendono che alle sei ti trovi sotto casa loro. Ma io devo prepararmi, perché l’immagine per me è importante. Faccio le acrobazie e magari a fine corsa ti dicono: ci sistemiamo un’altra volta, scusami ma ho lasciato il portafoglio a casa.

I tempi sono così cambiati che adesso i non vip sono disposti a spendere una barca di soldi per sentirsi vip e io sono qui per accontentarli.

Mi presento con qualche dettaglio in più: sono alto due metri e due per novanta chili e somiglio a Gary Cooper, Greta Garbo, Kandinsky e Totti, dipende da che lato mi guardi. Sono pettinato come il presidente Lincoln e ho il 47 di scarpe, però questo puoi ometterlo. Ho le labbra a canotto naturale e una lieve paresi facciale, che mi fa sorridere da una parte sola, ma anche questo non è importante, perché io sono l’autista di Joe Tonnetta, Justin Poorboy, Bruce Lavanda, Michele Salmastri in arte Salma, questo per capirci subito. Sono uno che conta, un autista vip. Perché ci sono anche gli autisti non vip, per esempio mio cugino Palogiù che guida sempre in canottiera, estate e inverno. Lui di solito porta la spesa ai vecchi, fa la spola casa-casa di riposo, porta i turisti al mercato ortofrutticolo, cose così.

Come ti dicevo, oltre ad avere un aspetto da modello so guidare molto bene sull’asfalto e sullo sterrato, una volta ho partecipato al rally delle cinque porte, sai, quello dove bisogna passare con la macchina in mezzo alle porte stando su due ruote. Queste porte sono in muratura, sono quelle dove una volta c’erano le dogane e molti vanno a stamparsi contro. Ecco, io sono uscito indenne e non per vantarmi, ma negli ultimi sei mesi non ho fatto nemmeno un incidente e considerando che viaggio quasi i tutti i giorni per centinaia di chilometri è una media di tutto rispetto.

 

car-42566_640

 

Di solito guido Bugatti o Porsche, anche se ci sono dei vip eccentrici che mi chiedono di accompagnarli con la 500, quella vecchia, intendo. Per fare il tratto Bologna Napoli, magari. Va bene, è il mio mestiere, accetto anche queste cose, anche se con la cinquecento praticamente sto con la testa fuori dal tettuccio.

Come ti dicevo, se qualche non vip vuole fare un viaggio da vip lo capisco, chi non vorrebbe sentirsi vip? E credimi, ce ne sono molti, più dei vip che vogliono sentirsi non vip o dei non vip che vogliono rimanere non vip. Ai non vip che vogliono essere vip rivolgo la mia presentazione, per loro chiedo di prenotare almeno una settimana prima, con versamento anticipato. Per il resto, tutto uguale ai vip. Come nel sorpasso: li faccio pisciare sotto, allora aprono il vano bar e si tirano fuori un whiskino, anche quelli astemi, ma fa parte del gioco, no?

Dimenticavo, so cantare le canzoni americane dagli anni cinquanta agli ottanta, ho un timbro simile a quello di Dean Martin, ma con venature alla Axl Rose. Se il cliente me lo chiede, ben contento di esibirmi. Per le ragazze, vip o non vip, quelle che vogliono una marcia in più, diciamo, faccio la drive dance, non mi vergogno a dirlo. Un paio di volte la stradale mi ha fermato e mi ha trovato in boxer. Va bene anche questo, fa parte del gioco.

In definitiva penso di offrire servizi che nessun autista vip per vip e non vip sa dare, perché so fare molte cose, lanciato a duecento all’ora recito monologhi dell’Otello oppure scommetto con i clienti che metto la testa fuori dal finestrino e non mi spettino. E soprattutto, se mi chiedono di fare una cosa, qualsiasi cosa chiedono io la faccio. Mi chiedono: giochiamo a briscola? Mentre guido gioco a briscola. Mi leggi qualcosa? Mentre guido leggo. Qualsiasi cosa, anche in lingua originale. Mi costruisci un origami? Costruisco un origami. Mi fai un tè? Faccio un tè. Sempre mentre guido. Penso di essere unico nel mio genere, modestamente.

Da tutti questi spunti puoi ricavare una presentazione e non preoccuparti, so già che sarò in grado di fare tutto quello che scrivi – qualsiasi cosa ti venga in mente – e tutto mentre guido.