La dinamica degli autoscontri nei luna park della Bielorussia

Il gioco degli autoscontri è una passione strana, un po’ come prendersi a schiaffi a vicenda. In Bielorussia poi tale divertimento si fa ardito fino ai limiti del buon senso. La Bielorussia è uno Stato che confina con qualcosa e per questo i bielorussi si irritano oltremodo, tanto che se qualcuno viene sorpreso a tracciare confini rischia la pena di morte. In generale ai bielorussi dà molto fastidio essere come gli altri e non appena possibile fanno stranezze gratuite per distinguersi a tutti i costi, come imporre una tassa sui disoccupati, che in quanto disoccupati non potrebbero altrimenti pagare tasse. Ha una sua logica. Il luna park di Sluck per esempio si insedia a casaccio, tanto che molti che desiderano andare al luna park si accorgono che ormai ha già levato le tende. Magari per un sacco di tempo non lo vedi, poi ti svegli al mattino, saluti la famigliola per andare a lavorare, apri la porta e invece di salire in macchina devi montare a cavallo, un cavallo vero, perché una giostra con puledri di razza si è installata nel tuo giardino. Possibile? Beh, il giardino era sgombro, era uno spazio libero. Ha una sua logica.

All’interno di questo strano luna park, un posto di tutto rilievo è riservato agli autoscontri. Gli autoscontri sono il modo privilegiato per fare nuove conoscenze. Le chat e le agenzie di cuori solitari sono trascurate, mentre c’è ressa agli autoscontri. Ora, non sapendo quando e dove arriverà il luna park, molta gente, che viene anche dall’estero, staziona per mesi e mesi negli alberghi e al mattino tutti si affacciano alle finestre, seminudi, in accappatoio, con i capelli arruffati, la bava del sonno sulla bocca; con l’ausilio di potenti binocoli scrutano l’orizzonte e i paraggi, per captare qualche piccola nuvola di polvere da lontano, per intercettare il rumore di ruote rotolanti di una carovana di mezzi. Molti se ne vanno, perché l’attesa costa, altri sono disposti a vuotare il conto in banca. Qualcuno trova residenza lì e vive aspettando.

Finché un giorno tu sei al bar e uno completamente ubriaco ti dice che stanno montando le giostre. Lo sospingi da parte e lui si fa sotto: sì, le giostre, dopo quasi cinque anni sono arrivate. E ci sono anche gli autoscontri. I clienti fanno silenzio e si mettono ad ascoltare. Va bene, sarà un ubriaco, però si tratta di autoscontri, non di una notizia di sport. Qualcuno, ancor prima di verificare, corre furtivo a casa ad agghindarsi: l’evento di una vita, almeno lì a Sluck, è a portata di mano. Gli autoscontri, chi l’avrebbe mai detto? I più però non ci credono, tirano all’ebbro tappi di bottiglia e pastiglie per il mal di testa. Gli autoscontri sono nel tuo cervello, gli dicono, vattene a casa, guarda come sei concio.

Ecco però che un bambino irrompe nel bar: “Gli autoscontri, sono arrivati gli autoscontri!”

Ora, bisogna dire che a questo bambino gli autoscontri non dovrebbero interessare. Magari le giostre dei cavalli, magari il tiro a segno, ma a un bambino gli autoscontri sono assolutamente vietati. Infatti questi autoscontri non sono come tutti gli altri, su una piccola pista, con una macchinina elettrica dalle dimensioni così misere che ti costringe a tenere le ginocchia appoggiate alle gengive. Quelli di Sluck sono autoscontri con macchine reali, sebbene depotenziate. Sono macchine verde acido, un po’ vecchiotte, tutte prive di tettuccio, che non superano i quaranta all’ora. Il proprietario le ha disposte nel parco, ben allineate. In breve tutti sono lì, con gli occhi grandi e le bocche aperte per la meraviglia. Le Skoda dell’amore!

Si paga la corsa, che vale uno stipendio, più o meno. Si noleggia l’auto e si vaga lungo le vie cittadine, alla ricerca di altre Skoda verdi. Entra in gioco la tattica: chi è al volante cerca di memorizzare durante i tragitti visi e targhe delle altre auto, per scegliere una persona interessante, poi la insegue. L’esito può essere duplice: l’inseguito si ferma e si scambiano i convenevoli, oppure l’inseguito non ha nessuna intenzione di fermarsi e questa è la parte più bella e divertente: l’inseguitore tampina il fuggitivo fino a fermarlo con la forza, vale a dire speronandolo o scontrandosi frontalmente, che è la tattica di maggior successo, mentre un semplice tamponamento permetterebbe ancora una possibilità di fuga. A questo punto, trattandosi di una strada pubblica, parte la constatazione amichevole, ci si scambiano i dati e i numeri di telefono e può essere l’inizio o la fine di una storia, grazie alle Skoda dell’amore.

Se vai a Sluck a cercare una Skoda dell’amore non è raro che qualcuno cerchi di inseguirti con la sua auto privata, proprio come se fosse al luna park, questo per dire che ogni viaggio ha un suo perché e i perché di ogni viaggio non sono sempre ben chiari; uno parte per una vacanza e finisce per sposarsi a Sluck, presentandosi alla cerimonia con una Skoda, che forse dal punto di vista estetico non sarà il massimo, però, almeno lì, è carica di significati. E comunque, se avrà la fortuna insperata di capitare nel bel mezzo di un luna park, non vorrà più saperne di quelli tristi e recintati delle nostre parti, che cominciano un giorno prestabilito, con cavallini di legno, carillon funesti, giostre senza futuro. Mentre gli autoscontri di Sluck, si dice, furono ideati da Ivan il terribile, con cavalli al galoppo. Agli ipposcontri però si andava per giocare e per morire.

Informazioni su Roberto Stradiotti

studi classici, bonsaista della domenica
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