Perché i ghiacciai si stanno sciogliendo

Lo scioglimento dei ghiacciai non sarebbe solo conseguenza del riscaldamento globale, ma dell’azione di mercenari.

Lo testimonia il ritrovamento nel 2010, nei pressi di Norilsk, di un uomo completamente congelato, che stringeva un phon Parlux fra le mani.

Norilsk si trova in Siberia e quando fa caldo si è a dieci sotto lo zero. Perché quest’uomo si era avventurato fuori città, in canottiera e calzoncini corti di raso? L’FBI e la CIA avviarono un dossier segreto, che finì fra le mani di Giovanna, la mia dirimpettaia, confidente ufficiosa molto autorevole. È assodato che un nutrito gruppo al soldo dei palazzinari dell’Eurasia sta cercando di sciogliere i ghiacciai, sia a nord che a sud del globo terrestre, per comprare terreni edificabili a prezzo stracciato e costruire alberghi e resort.

hotel igloo

Come si distinguono i mercenari: di solito hanno la permanente o i bigodini, perché nella pausa pranzo il cibo è surgelato e quindi immangiabile e con il phon non è che puoi fare molte cose, oltre che scaldarti e farti una messa in piega.

Sono difficili da individuare, perché adottano tecniche di guerriglia, si alzano molto presto al mattino e in ordine molto sparso avanzano con i phon, sparando aria calda sul ghiaccio, ma all’occorrenza si sanno camuffare da venditori ambulanti di ghiaccioli al tamarindo. Vengono pagati a cottimo e solo questo incentivo incrementa l’opera distruttrice. Infatti di solito sono disperati in preda al nervosismo e alla depressione, perché escono che c’è molto freddo e tornano a casa tardi che c’è ancora molto freddo e una volta a casa mangiano roba di frigo, riparandosi dagli spifferi gelidi delle finestre.

Attraverso l’incessante opera di demolizione dei ghiacci, ben presto in molte zone del pianeta si inizierà a soffrire la carenza d’acqua che arriva dai ghiacciai, mentre a Bangkok, New York, Amsterdam, molti si troveranno l’acqua alla porta e verranno così attirati nei nuovi resort polari, con false lusinghe di nuove El Dorado, in particolare azzeramento delle bollette idriche e vasti appezzamenti di ghiaccio in regalo.

Un altro motivo di inquietudine è la anomala transumanza della fauna.

Gli animali arriverebbero con i barconi verso sud, non trovando più al nord una ragione per mettere su famiglia, perché giustamente un orso bianco o un pinguino non hanno più motivo di rimanere in un posto dove non c’è più neve. Così orsi e foche si potrebbero addomesticare e anzi si dice che i più abbienti compreranno orsi bianchi da guardia, dando loro una cuccia-igloo e carretti di pesce, salvandoli da sicura estinzione.

pinguino equatoriale

pinguino equatoriale

Per ovviare alla deghiacciazione le proposte sono molteplici: c’è chi suggerisce di adottare un ghiacciaio, dandogli un nome e accudendolo come un figlio, chi si spinge all’ipotesi del matrimonio, sperando che un sacro vincolo scoraggi l’azione dei palazzinari. Qualcuno ha ipotizzato il sequestro immediato di tutti i phon del pianeta, sollevando comprensibili proteste da parte di chi si trova con i capelli bagnati.

Nonostante la situazione drammatica, sembra che si muovano cittadini volonterosi, soprattutto giovani, che si dichiarano paladini del pianeta Terra. Un pellegrinaggio spontaneo e incessante si registra in queste settimane con destinazione al ghiacciaio Totten, in Antartide. I cubetti di ghiaccio che i volontari trasportano negli zaini per riversarli sul luogo, purtroppo servono a ben poco, mentre sembrano più efficaci le lenzuola bianche, che proteggerebbero le distese ghiacciate e offrirebbero nel contempo valido supporto per passare la notte senza la necessità di cercare un albergo. Ovviamente non è previsto il cambio di lenzuola.

Nonostante i segnali innegabili del ritiro delle calotte polari, un folto gruppo di negazionisti, capeggiato dalla lobby dei venditori di tessilfoca, non solo sostiene che fa più freddo e anzi al mattino ci vuole un pulloverino in più, ma che presto dovremo spostarci con i racchettoni, anche nelle corsie dei supermercati. Ovviamente la comunità internazionale ha preso la distanze da tale posizione, prospettando anzi un futuro tropicale, il che sta facendo crollare il mercato del cachemire.

Come fermare i mercenari?

La risposta, discutibile dal punto di vista etico, è ovvia e banale: pagandoli più dei palazzinari. Qualche scioglitore si è pentito senza patteggiamenti perché non poteva sopportare il peso di un pianeta sbrinato, ma i più per per fare di accordi allungano un foglietto con il numero del proprio iban, perché fra il pochissimo offerto dai palazzinari e il poco offerto dagli antipalazzinari, il secondo è di gran lunga preferibile, senza contare che una giornata a phonare i ghiacci è dura, molto dura: si scivola spesso, si fanno incontri pericolosi con orsi disposti a sbranarti insieme all’asciugacapelli e poi ogni tanto spunta dal nulla un palazzinaro che ti fa fretta e ti chiede se puoi mettere il phon nella posizione due.

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Per sensibilizzare l’opinione pubblica sul riscaldamento globale si sta pensando alla giornata del ghiaccio, da celebrare nel mese più caldo dell’anno, così che ciascuno possa meditare su un mondo senza più stagioni e anzi con la natura in subbuglio. Per l’occasione si terranno conferenze sul ghiaccio, si pattinerà sul ghiaccio e si favoriranno gli incontri casuali, per rompere il ghiaccio. Ma come tutte le giornate commemorative, si commemora quando si sente la mancanza di una cosa, altrimenti non si sentirebbe il bisogno di commemorare. Infatti fra una decina d’anni il caldo record sarà normale, mentre i palazzinari avranno costruito hotel di ghiaccio sintetico nelle zone una volta polari, e spirerà verso le zone temperate ancora qualche refolo di phon, soffiato da qualche nostalgico vagante in un deserto, con l’asciugacapelli in posizione due.

 

 

 

 

 

Viabilità, tolleranza sottozero

La viabilità sarebbe il primo problema da affrontare, se diventassi sindaco.

Sì, un trenobus si potrebbe fare. Come l'aerobus e il filobus.

Sì, un trenobus si potrebbe fare. Come l’aerobus e il filobus.

Ora, non solo non mi sono mai candidato, ma anche se fosse, calcoliamo oltre alla scarsa espansività e alla risibile arte oratoria il mio programma per la viabilità cittadina. Non prenderei moltissimi voti, penso, ma comunque sia il problema del traffico cittadino è legato a una catena di schiavitù, anzi due.

La gente ha paura del cambiamento.

Com’è bello guidare per le strade, il papà mi portava in giro con l’automobile da quando ero piccolo. Io ho voluto la macchina a diciott’anni e subito sono pronto a regalarla ai figli, che vanno in centro in macchina, viaggiano in macchina, fanno la spesa in macchina. Proprio come me, proprio come i miei avi, dall’avvento dei mezzi a motore. Questa è una catena pesante, ma una seconda è durissima da spezzare: l’identificazione con il proprio mezzo di trasporto.

Io sono la mia automobile.

Una visione tipicamente italiana. L’automobile mi rappresenta in ogni sua sfaccettatura, nella forma dei fanali, nella potenza del motore; non mi serve tanto per viaggiare, quanto per descrivermi e presentarmi agli altri. Una forma di narcisismo a quattro ruote, condito in un’insalata di credenze e di falsi messaggi. La mia automobile sarà mia fedele compagna di conquista, mi darà successo nella tribù, mi eleverà alla posizione di capo, perché una macchina significa soldi e potere.

 

Lo sappiamo tutti di queste storie che ho raccontato, è risaputo, si dirà. Appunto, questo per dirti che se sarò il tuo sindaco sarò anche il tuo dottore, ti spoglierò dell’ego, perché le ricerche più recenti hanno dimostrato che solo chi cerca l’armonia con l’universo è destinato a sopravvivere. Lo so che non sembrerebbe, ma è così.

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Ora fingerò di essere sindaco. Attenzione. Abbassa le luci. Siediti su una poltrona scomoda e lascia quella comoda al tuo ego.

Nella città che voglio io con la macchina arrivi solo in periferia, poi hai disponibile un parcheggio gratuito. Vuoi continuare comunque con l’auto? Sappi che il 95% dei parcheggi interni alla città è riservato agli handicappati. Poco male, dici, io ci vado lo stesso e parcheggio nel parcheggio degli handicappati. Se così farai, la tua auto sarà sicuramente rimossa e quando dico sicuramente vuol dire che entrerai in un bar a prendere un caffè, uscirai e la tua macchina non ci sarà più, perché starà viaggiando verso Jakutsk, in Siberia. Per ritirarla dovrai pagare l’equivalente di cinquemila euro, oltre ovviamente al viaggio e a tutto il resto e potrai andarci solo a gennaio, dove comunque sono previsti forti sconti.

“Ma io ho il pass del comune”, dici. Impossibile, io che sono il sindaco ho dato disposizioni affinché vengano eliminati tutti i pass, anche quelli dei dipendenti comunali.

“Ma io lavoro in ospedale, o in un negozio, o a scuola. Ho figli da mandare a scuola, insegno piffero e ukulele, come faccio a trasportarli?” Ci sono minibus, tantissimi minibus, tutti elettrici, passano ogni tre minuti, ti portano dove vuoi, dalla periferia più periferica all’ombelico del centro.

“Ma io non ho trovato posto nel parcheggio di periferia”, dici. Impossibile, ci sono migliaia di posti disponibili.

“Ma io stavo andando a trovare la nonna malata.” Impossibile, tu non hai una nonna.

“Ma io soffro di mal di bus, ho il certificato medico che dice che sono allergico ai crostacei e che non posso prendere il bus”. Bene, ci sono dei distributori gratuiti di xamamina.

“Ma io quando salgo sull’autobus soffro di claustrofobia, agorafobia, xenofobia, ho un sacco di fobie, anche se non tutte mi sono state diagnosticate.”

diversità

diversità

Ecco allora che ti devo parlare dell’armonia dell’universo, dove il dolore e il piacere hanno un loro posto e un loro significato. Più che significato, sono una  necessità, per il semplice fatto che siamo umani. Quindi, se ti dà fastidio il nero o il giallo, l’odore, le voci, e preferisci invece ascoltare in macchina una compilation della Pausini, ascolterai ugualmente la Pausini, ma dentro le cuffie del tuo cellulare.

“Tu non puoi proibire la libera circolazione delle merci e delle idee”, dici. La circolazione delle merci non la proibisco, il camioncino con la mozzarella potrà ancora entrare, ovviamente il diesel sarà soggetto a un piccolo pedaggio.

In quanto alle idee, se la tua idea è entrare in città con un duemila benzina, penso proprio che dovrai lasciarlo a casa, perché le quattro ruote hanno come destinazione il parcheggio periferico. Le due ruote invece no, le faccio passare, metto un sacco di parcheggi per i motocicli, i ciclomotori, piste ciclabili che penetrano in città a livello capillare.

“Va bene, entro in città e non parcheggio, così non potrai mai portare la mia macchina a Jakutsk in Siberia, dove comunque avevo già intenzione di andare in gita, se proprio vuoi saperlo.” Forse non lo sai, ma una flotta di droni sorvola la città e individuato il bersaglio, cioè la tua automobile, lo bombarderà con una vernice rossa che sparirà solo dopo sei mesi, più o meno.

“Allora io non ti voterò. Sicuramente. Anzi sei talmente stupido che penso sai cosa? Che mi riprenderò il mio ego e la mia poltrona comoda e spero che il miglior mestiere che ti possa capitare sia il vigile o il postino, così te ne starai tutto il giorno in città in mezzo alle macchine e impazzirai di rabbia.” Non ho paura dei mestieri. Del postino o del netturbino o dell’operaio.

Ho paura per il mio mondo.veleni

Che si sgretola, fra gli oli esausti, la polvere di pneumatici, i fumi della benzina, i decibel dei motori in accelerazione, le nevrosi della guida, le spese a volte folli per mantenere un’auto.

Che è totalmente cieco, ma per scelta. Perché preferisce la comodità a un buon udito, a buoni polmoni, a buone gambe. E cos’è la comodità? Pigrizia. La comodità non esiste, oppure l’ha inventata qualcuno che deve spingere le vendite. L’uomo è movimento, non comodità e il movimento non lo danno quattro ruote con cerchi in lega.