La dentiera

Un giovane teppistello ruba la dentiera di una vecchia che abita al terzo piano, per rivenderla a un conoscente che ha perso tutti i denti con le risse e con la droga.

La dentiera però gli cade da un buco del sacchetto che contiene la colazione. Gli cade in via Roma, che dato il nome è molto trafficata: è inevitabile che la protesi finisca sotto le ruote di un’Alfa Arna. A seguito dello schiacciamento, un canino schizza via e va a trapassare la gola del direttore di un’importante banca, che si stava recando all’edicola a comperare Topolino per la sua segretaria.

Dalla dentiera si risale alla vecchia, che viene incolpata dell’omicidio, benché non riesca quasi più ad alzarsi dal letto. Il teppistello, roso dal rimorso, ma soprattutto scarsamente colpito dalla morte del direttore, che ai suoi famigliari chiedeva sempre interessi da strozzino, decide di proteggere la vecchia, dichiarando che al momento del delitto era a letto insieme a lei e che aveva sempre tenuto nascosta la relazione per evitare imbarazzo davanti al proprio gruppo metal, i Five minutes to death.

La vecchia viene sollevata dall’accusa e ritorna in possesso della dentiera. Le autorità in segno di scusa, non potendo restituirle il canino, lo sostituiscono con l’unghia di una gallinella d’acqua. Il giovane promette alla donna che non la non deruberà più fino alla fine dei suoi giorni – suoi della vecchia, che comunque non sono molti – e va a vivere sotto lo stesso tetto, al secondo piano.

Informazioni su Roberto Stradiotti

studi classici, bonsaista della domenica
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