Il prestigio del prestigiatore

Tu ti chiami Robialquadrato,
ma se voglio ti elevo alla terza e non te ne accorgi nemmeno. E sarebbe un bell’imbarazzo.

Come faccio? Semplice, faccio giochi, magie, tutte cose che lasciano a bocca aperta. Ora io vorrei scrivere un libro, una specie di manuale da lasciare ai miei discepoli, perché un mondo senza trucchi sarebbe troppo prevedibile. Tutti saprebbero come comportarsi, nessuno avrebbe la meglio.

Però ho un problema, con questo libro. Sono talmente abile nei miei giochi di prestigio che sono sicuro che la pagina tre il giorno dopo sarà a pagina sette senza che abbia mosso un dito, la pagina dieci finirà in seconda pagina e così nessuno capirà giochi, trucchi, magie.

Eppure questo libro lo devo fare, sono un prestigiatore talmente prestigioso che nella Piazza Rossa mi stesero un tappeto rosso. Signore e signori, non passò un minuto e lo feci volare.

Sono talmente prestigioso che la Regina Elisabetta mi chiamò da parte durante un ricevimento pregandomi di mostrarle uno dei miei giochini, il suo diadema finì sulla mia testa e lei rise come una bambina.

Sono talmente prestigioso che Nixon mi volle nella stanza ovale solo per parlare del più e del meno, poi mi chiese qualcosa di sbalorditivo ed io feci scoppiare contemporaneamente un palloncino giallo e lo scandalo Watergate.

Sono molto simile per certi versi al primo Houdini, ma più spavaldo. Capisco che spiegarti certe cose ti risulterà difficile, ma così sarò più tranquillo, perché voglio tramandare i miei segreti a una cerchia ristretta di discepoli e non a uno scrittore fantasma.

Prendi nota di quello che ti dico, perché il tuo compito per ora sarà di ricamare le vicende, sarà un manuale bellissimo, vedrai. Si spiegherà l’arte della carta da gioco scomparsa che ricompare senza biglietto in un vagone di seconda classe di un treno che va a Milano. Di solito è il due di picche, ma riesce bene anche con altri semi o numeri, eccetto il sette.

Spiegherò come far cadere le foglie dei tigli il diciassette giugno, solo passeggiandoci sotto. Dovresti provare, fanno il solletico, è una pioggia calda e asciutta.

Spiegherò anche come una pastasciutta calda e fumante, una volta coperta con un piatto e poi scoperchiata dopo trentadue secondi, possa essere diventata un riso in brodo coi porri. Come le monete diventino banconote – ti piace l’idea? – e le banconote piccoli animali da traino. Scrivi e non chiedere, non chiedere nulla. Il tuo preventivo mi va senz’altro bene, per il tempo non ti metto fretta e anzi aggiungo che mi è facile dilatarlo, nel 1974 ho fatto durare un giorno trentaquattro ore e trenta minuti.

Praticamente non c’è cosa che non sappia fare. Una a dire il vero ci sarebbe. Nella vita sono sempre rimasto solo, tutte queste donne mi vengono intorno solo per vedere i giochi, fazzoletti che scompaiono, anelli che si trasformano in orecchini, ma con l’amore non ho mai saputo fare magie.

Questo sicuramente non impatterà sulla crescita professionale dei miei eredi, perché loro sono di una generazione diversa, sono me e Houdini messi insieme, il mondo si evolve, le magie si fanno sempre più grandi e basterà sempre meno per svelarle, ma questo è il bello della magia, vivrà della sua nudità e del suo crudo inganno, così ingenuo, così sciocco, che anche un bambino lo vedrebbe. Ma le mie magie sono fatte per sbalordire e questo è il primo e anche l’ultimo segreto, sbalordisci e accecherai la ragione.

Al lavoro, dunque, mio caro scrittore digiuno di magie. Quelle con le parole forse le sai fare, ti manderò i miei appunti poi ci incontreremo e… Attenzione, signore e signori, potresti sparire con uno schiocco di dita. Così, per scherzo.

Sono un po’ dubbioso. Non che io creda alla magia, ma ho sentito di uno che si è addormentato a Roma e si è risvegliato nello stesso albergo, ma a Parigi.   

Wife sitter

buongiorno scrittore fantasma,

permettimi di darti del tu.

Ti do duemila euro al mese se stai con mia moglie.

Chiaramente non parlo di letto, mettiamo le cose in chiaro. Io sono un manager e come puoi intuire non sono quasi mai a casa. Ieri ero in Giappone, la settimana prossima sarò in Texas, il mio lavoro è così. Mia moglie è una donna molto carina e dolce e ha bisogno di compagnia. Non voglio lasciarla sola. Soprattutto, senza qualcuno che l’ascolti. Lei ha bisogno di parlare. Ha tanto bisogno di parlare. Pensa che io sono un tipo taciturno e quando siamo insieme parla solo lei. Cosa le dovrei raccontare, io? Delle meraviglie che sanno fare le rotocalco?

Io nel mio mestiere sono bravo, molto bravo. Conosco le carte e gli inchiostri, perdo le ore a parlare di queste cose. Ma capisco che quando sono con mia moglie non so cosa dire e lei ci soffre, anche se è molto abile a nascondere i suoi sentimenti.

Ultimamente però mi sono ugualmente accorto che è triste; quando torno da un viaggio lei esce di casa e non si fa vedere per tutto il giorno. Torna con delle rose, con un vestito nuovo, che subito ripone nell’armadio. Un mese fa ha comperato un gatto, ma poi l’ha perso, ha cercato per tutta la casa, negli armadi, sotto il letto, niente. Era affranta, perché parlava molto col gatto. Deve avere lasciato la finestra aperta e il gatto sarà scappato via, insomma non si è più rivisto. Quando vede delle carogne sulla strada mi fa fermare la macchina, ma sono volpi o nutrie, mentre lei ha il terrore di vedere i resti del suo povero Words.

Vorrebbe un altro animale da compagnia, così ho pensato a te, perché sei uno scrittore fantasma. È stato un mio collega a parlarmi di te, mi ha detto che c’è uno che scrive poesie d’amore e biografie e canzoni e mi ha dato l’indirizzo del tuo sito. Vedo che te la cavi bene con le parole, magari uno di questi giorni ti faccio scrivere qualcosa su una macchina a sei colori  che dobbiamo piazzare in Veneto, ma adesso se accetti dovresti venire a casa nostra, ovviamente i primi tempi magari dormirai da noi, comunque ti pago tutte le spese.

Sappi che mia moglie parla da quando si alza. Parla molto del tempo. Ti intendi di meteo? Devi infilare qualche commento sugli alisei, sui cirri, magari con qualche immagine poetica, come sai fare tu. A lei piacciono queste cose dei cieli, il carro, Orione. Alla sera si mette in veranda, anche d’inverno, e descrive la volta celeste. Lì ci starebbe bene un commento su Castore e Polluce, cose mitologiche, intendo. Ma non voglio insegnarti il mestiere. Quando va a fare shopping le fa molto piacere mostrare i suoi acquisti. Se ti chiede come le sta un vestito dille che le sta molto bene, altrimenti si offende. Tanto alla fine compera quello che ha in testa lei. In macchina dovrai sostenere le sue conversazioni, non è necessario esporre le tue idee, basta intervenire ogni tanto, dicendo qualcosa di arguto.

A casaccio, quando meno te l’aspetti, fa battute di tipo sessuale, anche abbastanza pesanti, è incredibile, è una personcina così fine e a volte di uno snobismo che mi urta, però se ne vien fuori con queste cose che fanno venire i brividi, ma tu non farci caso, le vengono naturalmente, lei ci fa su una risata e si rilassa. È quasi un bisogno fisiologico, quando sente che il suo interlocutore sta abbassando il livello di attenzione. Quindi se tu sarai molto attivo e propositivo vedrai che raramente si concede alle volgarità.

A dire il vero ci sono altre piccole eccentricità, ma le scoprirai da te e comunque sono del tutto innocenti e non nascondono secondi fini. Parlale dell’amore dei filosofi greci, di quello angelicato, d’amore in generale, le piace molto parlare d’amore, magari ti chiederà di scriverle un romanzo d’amore, tu accontentala, poi sistemeremo la cosa.

Naturalmente le ho già parlato di te, è entusiasta dell’idea, anche se non lo dà a vedere. Dice che ha bisogno di coltivare lo spirito e la posso capire. Io di poesia, di chiari di luna sopra il mare, di parole dolci non mi intendo molto, non saprei da che parte cominciare. Sono cose da donne.

Mi chiederai perché non si prenda un’amica. Le amiche non sono sincere, lo sappiamo tutti; uno come te ce lo vedo, invece, perché non c’è l’invidia, la concorrenza. Sono sicuro che sei la persona giusta per lei.

Se hai qualche esigenza particolare non esitare a chiedere. Devo salutarti, sto partendo per la Svizzera, un viaggio breve, un convegno. E detto fra noi non vedo l’ora, perché avrò un po’ di tempo libero e ho bisogno di riposo, ma soprattutto di silenzio.

 

Ghostwriter wife sitter, non suona male

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