Babasformer, il brevetto misterioso

Così gli dico: guarda che il tubo non entra nel compressore, ma nell’estrusore. E lui a insistere, allora l’ho accontentato ed è saltato tutto per aria. Allora la seconda volta, quando eravamo alla fine del progetto, gli ho detto: ora faccio entrare il tubo nell’estrusore e lui, Carlo, era assolutamente d’accordo.

Ho acceso la macchina, si è sentito un ronzio che ci ha tranquillizzati. I vetri non sono andati in frantumi, il capannone non ha preso fuoco. Davvero un buon lavoro.

Ti scriviamo perché abbiamo letto che ti piace la scrittura, così come a noi piace costruire macchinari. Questo macchinario vogliamo brevettarlo, ma non sappiamo nemmeno bene a cosa serve. Però lo vogliamo brevettare, perché un macchinario che non si sa a cosa serve non l’ha ancora brevettato nessuno.

Anche le misure, non saprei dirle, perché a seconda del punto di vista si dilata, si restringe, cambia forma, altezza. Probabilmente dipende dai cuscinetti e dagli stantuffi termici, che all’aumento della temperatura spingono l’olio, molto delicatamente, verso i centri nevralgici.

Carlo al posto degli stantuffi voleva mettere delle vertebre di acciaio, però, quando gli ho ricordato la faccenda del compressore, mi ha lasciato fare. Non che lui sia solamente il braccio, è un genio, solo che ha il brutto difetto che a volte, per distrazione, combina qualche sciocchezza e il risultato di queste sciocchezze di solito sono esplosioni.

Bisogna anche dare un nome alla nostra invenzione, in un primo tempo abbiamo pensato di chiamarlo Transformer, non come quelli che si vedono nei cinema, con gambe e braccia. La nostra costruzione muta senza assumere una forma precisa. Secondo Carlo all’ombra si rannicchia, se così si può dire, mentre nelle giornate serene tende a espandersi. Pensiamo che in futuro questo brevetto possa dimostrarsi utile, anche perché non è molto ingombrante, diciamo che nella sua dilatazione massima è due metri per due.

La particolarità di questo Transformer è che quando stiamo cucinando si restringe e riesce a passare per la porta, poi assorbe tutti i fumi e quindi questa è già una cosa utile che può fare. Li assorbe e se li tiene, non so in che modo ma è così. Carlo dice che vanno a lubrificare i magneti delle giunture, non lo so, sto ancora studiando la cosa, effettivamente ieri ho sentito che un paio di bulloni avevano l’odore di dado vegetale. Una cosa che potrebbe fare Transformer è quindi arrampicarsi su per le ciminiere, dico arrampicarsi ma non è il termine esatto, levita, piuttosto. L’altro giorno l’abbiamo trovato sopra un comignolo, stava inalando il fumo di un camino a legna.

 

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Transformer non ha assolutamente bisogno di manutenzione, solo che mentre lo stavamo collaudando è entrato in pasticceria e ha divorato dieci babà al rum, sempre levitando intorno alle paste. I babà venivano calamitati, galleggiavano nell’aria, poi sparivano al suo interno. E non rimane traccia, a parte qualche circuito che per qualche ora odora di alcool.

Quando esce dal laboratorio va in pasticceria. Carlo dice che è il suo carburante, io sto studiando la cosa. Molto probabilmente in definitiva lo chiameremo Babasformer, o forse Baba, che è un nome molto corto e facile da ricordare.

Ora non devi scrivere la scheda tecnica, che è quasi troppo complicata anche per noi, ma una breve presentazione, perché quando ci chiederanno come funziona la nostra invenzione e cosa fa, come vedi ci perdiamo in chiacchiere, sia io che Carlo, e nessuno ci capirebbe niente. Così noi leggeremo quelle poche righe che avrai scritto per noi, perché secondo me hai capito il concetto di fondo e so che sei in grado di fare una sintesi. Dico bene?

 

 

Informazioni su Roberto Stradiotti

studi classici, bonsaista della domenica
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