L’autista dei vip

Ciao Robialquadrato,

ti chiedo una pagina di presentazione. Chi sono e cosa faccio, perché devo cercare mercato anche nei non vip.

Mi chiamo Anselmo, ho trentacinque anni e offro il mio servizio di autista anche ai non vip, che però devono pur sempre pagare un prezzo da vip, al limite scontato del dieci per cento.

Non ci sono più i vip di una volta; uno, un attore molto famoso, per la tratta Milano Catanzaro mi ha regalato una casa al mare, che anche se non è vista mare è comunque una casa. Ora i vip ti chiedono anche il resto, i tempi sono cambiati. Ti telefonano alle cinque del mattino e pretendono che alle sei ti trovi sotto casa loro. Ma io devo prepararmi, perché l’immagine per me è importante. Faccio le acrobazie e magari a fine corsa ti dicono: ci sistemiamo un’altra volta, scusami ma ho lasciato il portafoglio a casa.

I tempi sono così cambiati che adesso i non vip sono disposti a spendere una barca di soldi per sentirsi vip e io sono qui per accontentarli.

Mi presento con qualche dettaglio in più: sono alto due metri e due per novanta chili e somiglio a Gary Cooper, Greta Garbo, Kandinsky e Totti, dipende da che lato mi guardi. Sono pettinato come il presidente Lincoln e ho il 47 di scarpe, però questo puoi ometterlo. Ho le labbra a canotto naturale e una lieve paresi facciale, che mi fa sorridere da una parte sola, ma anche questo non è importante, perché io sono l’autista di Joe Tonnetta, Justin Poorboy, Bruce Lavanda, Michele Salmastri in arte Salma, questo per capirci subito. Sono uno che conta, un autista vip. Perché ci sono anche gli autisti non vip, per esempio mio cugino Palogiù che guida sempre in canottiera, estate e inverno. Lui di solito porta la spesa ai vecchi, fa la spola casa-casa di riposo, porta i turisti al mercato ortofrutticolo, cose così.

Come ti dicevo, oltre ad avere un aspetto da modello so guidare molto bene sull’asfalto e sullo sterrato, una volta ho partecipato al rally delle cinque porte, sai, quello dove bisogna passare con la macchina in mezzo alle porte stando su due ruote. Queste porte sono in muratura, sono quelle dove una volta c’erano le dogane e molti vanno a stamparsi contro. Ecco, io sono uscito indenne e non per vantarmi, ma negli ultimi sei mesi non ho fatto nemmeno un incidente e considerando che viaggio quasi i tutti i giorni per centinaia di chilometri è una media di tutto rispetto.

 

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Di solito guido Bugatti o Porsche, anche se ci sono dei vip eccentrici che mi chiedono di accompagnarli con la 500, quella vecchia, intendo. Per fare il tratto Bologna Napoli, magari. Va bene, è il mio mestiere, accetto anche queste cose, anche se con la cinquecento praticamente sto con la testa fuori dal tettuccio.

Come ti dicevo, se qualche non vip vuole fare un viaggio da vip lo capisco, chi non vorrebbe sentirsi vip? E credimi, ce ne sono molti, più dei vip che vogliono sentirsi non vip o dei non vip che vogliono rimanere non vip. Ai non vip che vogliono essere vip rivolgo la mia presentazione, per loro chiedo di prenotare almeno una settimana prima, con versamento anticipato. Per il resto, tutto uguale ai vip. Come nel sorpasso: li faccio pisciare sotto, allora aprono il vano bar e si tirano fuori un whiskino, anche quelli astemi, ma fa parte del gioco, no?

Dimenticavo, so cantare le canzoni americane dagli anni cinquanta agli ottanta, ho un timbro simile a quello di Dean Martin, ma con venature alla Axl Rose. Se il cliente me lo chiede, ben contento di esibirmi. Per le ragazze, vip o non vip, quelle che vogliono una marcia in più, diciamo, faccio la drive dance, non mi vergogno a dirlo. Un paio di volte la stradale mi ha fermato e mi ha trovato in boxer. Va bene anche questo, fa parte del gioco.

In definitiva penso di offrire servizi che nessun autista vip per vip e non vip sa dare, perché so fare molte cose, lanciato a duecento all’ora recito monologhi dell’Otello oppure scommetto con i clienti che metto la testa fuori dal finestrino e non mi spettino. E soprattutto, se mi chiedono di fare una cosa, qualsiasi cosa chiedono io la faccio. Mi chiedono: giochiamo a briscola? Mentre guido gioco a briscola. Mi leggi qualcosa? Mentre guido leggo. Qualsiasi cosa, anche in lingua originale. Mi costruisci un origami? Costruisco un origami. Mi fai un tè? Faccio un tè. Sempre mentre guido. Penso di essere unico nel mio genere, modestamente.

Da tutti questi spunti puoi ricavare una presentazione e non preoccuparti, so già che sarò in grado di fare tutto quello che scrivi – qualsiasi cosa ti venga in mente – e tutto mentre guido.

Babasformer, il brevetto misterioso

Così gli dico: guarda che il tubo non entra nel compressore, ma nell’estrusore. E lui a insistere, allora l’ho accontentato ed è saltato tutto per aria. Allora la seconda volta, quando eravamo alla fine del progetto, gli ho detto: ora faccio entrare il tubo nell’estrusore e lui, Carlo, era assolutamente d’accordo.

Ho acceso la macchina, si è sentito un ronzio che ci ha tranquillizzati. I vetri non sono andati in frantumi, il capannone non ha preso fuoco. Davvero un buon lavoro.

Ti scriviamo perché abbiamo letto che ti piace la scrittura, così come a noi piace costruire macchinari. Questo macchinario vogliamo brevettarlo, ma non sappiamo nemmeno bene a cosa serve. Però lo vogliamo brevettare, perché un macchinario che non si sa a cosa serve non l’ha ancora brevettato nessuno.

Anche le misure, non saprei dirle, perché a seconda del punto di vista si dilata, si restringe, cambia forma, altezza. Probabilmente dipende dai cuscinetti e dagli stantuffi termici, che all’aumento della temperatura spingono l’olio, molto delicatamente, verso i centri nevralgici.

Carlo al posto degli stantuffi voleva mettere delle vertebre di acciaio, però, quando gli ho ricordato la faccenda del compressore, mi ha lasciato fare. Non che lui sia solamente il braccio, è un genio, solo che ha il brutto difetto che a volte, per distrazione, combina qualche sciocchezza e il risultato di queste sciocchezze di solito sono esplosioni.

Bisogna anche dare un nome alla nostra invenzione, in un primo tempo abbiamo pensato di chiamarlo Transformer, non come quelli che si vedono nei cinema, con gambe e braccia. La nostra costruzione muta senza assumere una forma precisa. Secondo Carlo all’ombra si rannicchia, se così si può dire, mentre nelle giornate serene tende a espandersi. Pensiamo che in futuro questo brevetto possa dimostrarsi utile, anche perché non è molto ingombrante, diciamo che nella sua dilatazione massima è due metri per due.

La particolarità di questo Transformer è che quando stiamo cucinando si restringe e riesce a passare per la porta, poi assorbe tutti i fumi e quindi questa è già una cosa utile che può fare. Li assorbe e se li tiene, non so in che modo ma è così. Carlo dice che vanno a lubrificare i magneti delle giunture, non lo so, sto ancora studiando la cosa, effettivamente ieri ho sentito che un paio di bulloni avevano l’odore di dado vegetale. Una cosa che potrebbe fare Transformer è quindi arrampicarsi su per le ciminiere, dico arrampicarsi ma non è il termine esatto, levita, piuttosto. L’altro giorno l’abbiamo trovato sopra un comignolo, stava inalando il fumo di un camino a legna.

 

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Transformer non ha assolutamente bisogno di manutenzione, solo che mentre lo stavamo collaudando è entrato in pasticceria e ha divorato dieci babà al rum, sempre levitando intorno alle paste. I babà venivano calamitati, galleggiavano nell’aria, poi sparivano al suo interno. E non rimane traccia, a parte qualche circuito che per qualche ora odora di alcool.

Quando esce dal laboratorio va in pasticceria. Carlo dice che è il suo carburante, io sto studiando la cosa. Molto probabilmente in definitiva lo chiameremo Babasformer, o forse Baba, che è un nome molto corto e facile da ricordare.

Ora non devi scrivere la scheda tecnica, che è quasi troppo complicata anche per noi, ma una breve presentazione, perché quando ci chiederanno come funziona la nostra invenzione e cosa fa, come vedi ci perdiamo in chiacchiere, sia io che Carlo, e nessuno ci capirebbe niente. Così noi leggeremo quelle poche righe che avrai scritto per noi, perché secondo me hai capito il concetto di fondo e so che sei in grado di fare una sintesi. Dico bene?